Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

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La Croce e il mondo
di  Pia Mancini

       Nella passiva accettazione di tutto, non escluse le perversioni, la disciplina morale è stata abbandonata. È da Cristo Crocefisso che sgorga l’Amore, non può essergli sostituita la facile filantropia che non può essere chiamata amore.
I diritti presunti delle minoranze non devono prevalere su quelli di un intero paese.
       Dov’è la libertà dei Cattolici, in Italia ancora in maggioranza, di non dover rinunciare ai segni della propria Fede e di poterli trasmettere ai figli? Sembra che ciò che più preme alla classe europea dominante, che ha già rinnegato le sue radici cristiane, è proprio l’uccisione di Cristo nelle anime.
       È riprovevole il clero cattolico per la sua disonestà verso Cristo-Signore: con il suo proporre e non imporre, con il suo convincere e non vincere, con il suo analizzare e non giudicare, consapevolmente accomodante, ha agevolato lo sradicamento della Passione del Salvatore, del Vangelo e della sana Dottrina della Chiesa dalle coscienze, rendendole succubi di sterili stereotipi umanitaristici che nulla hanno di sacro.
       Sarebbe opportuno anzi dovere delle Autorità Vaticane tirare fuori dalla naftalina la scomunica, da comminare a chi detiene il potere, laico o clericale che sia.

     Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

       La cultura attuale valorizza le differenze tra gli individui e, ritenendole vantaggiose, è orientata, oltre che a far prendere coscienza di vaste aree d’interazione, anche a scoprirvi ed apprezzare diversità di ogni specie.

 

 

       Con il perseguimento di queste finalità si procede, speditamente, nella passiva accettazione di tutto, non escluse le perversioni, stimando di avere l’atteggiamento giusto per la pacifica vita comune. In forza di ciò, la disciplina morale è stata abbandonata, determinando lo scadimento dei costumi, via via rafforzato anche dai fattori economici che da essa prescindono, perché ritenuta mito fallace e deleterio per l’evoluzione e la riuscita dell’uomo.

 

 

       La parificazione dei diritti e la comprensione delle altrui rivendicazioni sono, dunque, i soli mezzi oggi riconosciuti per attenuare i conflitti, arricchire la persona e favorire la reciproca sollecitudine. Nemmeno è più giudicata rigidamente la diffusa intolleranza verso i fondamenti della Dottrina Cattolica, a causa del loro carattere universale e metafisico, perché i popoli, nella loro varietà culturale e religiosa, devono essere considerati tra loro complementari ai fini del progresso globale.
       L’assenza di solidi convincimenti religiosi ha finito col divenire in occidente la base di un modo di vivere che, proprio per la sua povertà di contenuti, appare ottimale per superare divisioni e pregiudizi e sganciare finalmente la Fede Cattolica da ogni progetto politico-antropologico, servendosi di argomentazioni critico-inquisitoriali.

 

 

       Ciononostante, continuamente si parla di amore, adattando il termine, non libero da connotazioni erotiche, a qualunque forma di rapporto interpersonale.

       Quasi nessuno più crede che unicamente dalla piena adesione a Cristo-Signore scaturisce quella carità in grado di alimentare la spiritualità e di far penetrare profondamente il sublime mistero della Croce ovvero del Bene incondizionato nel suo significato più autentico.
       È infatti da Cristo Crocefisso che sgorga l’Amore, totale, per scorrere nelle Sue membra ed a Lui ritornare, potenziato, in un  circuito continuo, che mai dovrebbe essere interrotto dal peccato e dalla ribellione.
       L’uomo, al contrario, superbamente ne blocca la corrente e l’Amore, senza frutti per l’anima, rifluisce verso la Sua Fonte, lasciando dietro di sé il deserto.

 

 

       La facile filantropia non può sostituirsi a ciò né può essere chiamata amore, perché essa nulla ha in comune con il soprannaturale. La filantropia non salva, perché, se si ostacola il progetto di Dio su di noi, siamo incapaci di schivare il peccato e di percorrere la faticosa via della redenzione.
       Oggi la devozione ascetica è, dunque, svalutata e volontariamente messa da parte; al suo posto sono state suscitate altre devozioni terrene che alimentano la concupiscenza, rendendo inconcepibile il rigore morale.

 

 

       La coscienza comune, di fatto, è talmente impregnata di menzogne, di corruzione e di confusione da non riuscire più a discernere il vero dal falso ed il bene dal male.
       Non è difficile capire come in simile contesto possa continuare la guerra al Crocefisso, del Quale quasi tutti sembrano ignorare l’altissimo significato mistico.
       Di recente, in occasione dell’ultima vergognosa aggressione al Segno principe della Fede Cattolica, parlamentari, clero ed opinionisti vari, quasi vergognandosi della propria appartenenza, pur dissentendo sulla decisione dei giudici di Strasburgo, si sono limitati ad una debole protesta, servendosi di espressioni vaghe, diplomaticamente accettabili, del tipo: “Materia legata all’identità del popolo italiano” (padre Lombardi – Portavoce del Vaticano); “Simbolo che non può non essere l’emblema di un’umanità universalmente condivisa” (Card. Re); “La presenza del Crocefisso non significa adesione al Cattolicesimo, è un simbolo della nostra tradizione” (ministro Gelmini); “Un’autentica tradizione come il Crocefisso non può essere offensiva per nessuno” (Pier Luigi Bersani) – Dal quotidiano Repubblica del 04/11/09.
       Si potrebbe continuare all’infinito, citando le banalità susseguitesi negli interventi sull’argomento.
       Il fatto che più colpisce è che, in ossequio al pluralismo, prudentemente, si enunciano parole come cultura, tradizione, simbolo, accoglienza, rispetto delle idee altrui, astenendosi dal fare qualunque accenno al Sacrificio, alla Passione e al Calvario per non urtare chi li ha in odio e si adopera con ogni mezzo per oscurarli.

 

 

       Il Crocefisso non può essere esposto nelle aule, ma nelle stesse si potranno ricevere rabbini ed imam per dibattere le questioni sulle differenze tra le varie religioni nell’ora aggiuntiva di interreligione, come intende fare il Comune di Roma, attraverso l’assessorato competente, a partire dal mese di gennaio 2010, nella scuola pubblica (Repubblica 04/11/09).
       A parere dei giudici della Corte Europea dei diritti dell’uomo, il Crocefisso non può essere esposto perché comprime la libertà. Ebbene, per siffatta genìa di magistrati dov’è la libertà dei Cattolici, in Italia ancora in maggioranza, di non dover rinunciare ai segni della propria Fede e di poterli trasmettere ai figli? Dov’è la libertà dei Cattolici d’impedire che le coscienze dei figli vengano inquinate dal veleno di altre confessioni? Dov’è la libertà dei Cattolici di non assistere ai vilipendi alla SS.Vergine, a Cristo-Signore ed alla Santa Chiesa? Dov’è la libertà dei Cattolici di rifiutare unioni contro natura, aborti e divorzi, allignati grazie all’opera di forze anticristiane, ma verso le quali è imposto il dovere della fraterna considerazione?
       Il rispetto di qualsivoglia diversità è divenuto imperativo categorico della prassi relativista. Stacchiamo, dunque, il Crocefisso dalle pareti delle aule e, al suo posto, esponiamo il calendario edito dal movimento gay spagnolo che fa la parodia in chiave sessuale alla Bibbia, rappresentando la SS.ma Madre di Dio in pose lascive o come transessuale con in braccio un bambino che simula Gesù.

 

 

       Simili figure sono certamente meno crude dell’Uomo-Dio in Croce, sono un inno alla libertà dalle pastoie religiose e sono più utili a formare i futuri, omologati e degni cittadini di un mondo che, nella sua cecità, è sempre più determinato a cancellare persino il ricordo della Croce.
       Non è affatto un caso che in un tempo di crisi economica ed occupazionale, di disastri naturali e di emergenza sanitaria ci si interessi di un problema, all’apparenza trascurabile, come quello relativo al Crocefisso.
       Si tratta, invece, di una questione di vitale importanza, perché ciò che più preme alla classe europea dominante, che ha già rinnegato le sue radici cristiane, è proprio l’uccisione di Cristo nelle anime.
       Del resto, la logica delle consorterie massoniche si è sempre espressa nei continui tentativi di annientamento del Nemico del loro ispiratore. Esse ora sono interessate alle nuove generazioni, dal momento che gli adulti, in massa, sono già deviati e schiavi del loro sistema di pensiero, cui ha contribuito non poco la pastorale modernista del Concilio Vaticano II, cui si deve l’apertura dei varchi all’abiura ed all’apostasia.

 

 

       A quando il dogma della shoah e la canonizzazione di Maometto e Lutero? A quando la promulgazione di leggi civili che vieteranno ai Cattolici di esprimersi sulle questioni morali e religiose, qualora queste siano in contrasto con le Leggi di Dio, pena l’incriminazione di razzismo?
       È riprovevole il clero cattolico per la sua disonestà verso Cristo-Signore: con il suo proporre e non imporre, con il suo convincere e non vincere, con il suo analizzare e non giudicare, consapevolmente accomodante, ha agevolato lo sradicamento della Passione del Salvatore, del Vangelo e della sana Dottrina della Chiesa dalle coscienze, rendendole succubi di sterili stereotipi umanitaristici che nulla hanno di sacro.

 

 

       Non si predica più che la Croce è il Segno visibile dell’Amore di Dio e della Sua vittoria sull’inferno e le forze del male, perché Essa deve sparire dalla vista e dalla mente. Solo così è possibile dialogare e promuovere la pace terrena con i suoi negatori.
      L’umanità, può essere coesa unicamente dal rifiuto totale del Sacrificio che è stato, è e sarà sempre motivo di divisione con i miscredenti; su tutto il resto è facile trovare punti d’incontro.
       Tolta la Croce, infatti, il vuoto che resta può essere colmato dalle ideologie massoniche che appagano pienamente l’uomo contemporaneo, lontano dalle problematiche trascendenti.
       Dovremo ricordarci di questa ennesima infamia e dell’operato dei parlamentari in proposito, quando per mendicare il voto, essi sciorineranno discorsi falsamente improntati alla fede e all’etica per circuirci. Sarebbe, inoltre, opportuno anzi dovere delle Autorità Vaticane tirare fuori dalla naftalina la scomunica, da comminare a chi detiene il potere, laico o clericale che sia, che, pur dichiarandosi cristiano praticante, appoggi leggi contrarie a quelle divine, dando scandalo e cattivo esempio anche solo restando in silenzio.
       La prostituzione, d’altro canto, non è solo quella sulla strada, magari per necessità e fame e comunque da condannare, è anche e ben peggiore quella intellettuale di certo clero e di politicanti arrampicatori che non esitano a sacrificare la salvezza di molti, sia pure colpevoli di quietismo indifferente, alla loro miserabile ambizione. Al pluralismo populista sfugge che, mentre la Fede Cattolica induce sempre a cercare la Verità ed a comportarsi di conseguenza, le altre credenze, indipendentemente dal fatto che possano essere ritenute giuste o sbagliate, portano l’individuo ad agire secondo certezze opinabili e il più delle volte dannose, perché sorte dalla valutazione umana che distorce il senso più vero dell’esistenza.

 

 

      La Verità Assoluta ed obiettiva è Cristo-Signore, Verbo Incarnato, Certezza che deve guidare la vita di ciascuno, perché è la Sola che viene dall’Alto ed è al di sopra della realtà sensibile.
       Ci hanno ridotto ad essere ciò che pensiamo, ciò che ci hanno detto ed insegnato, ciò che possediamo. Siamo, dunque, niente; allora, per sentirci qualcosa ci scagliamo contro Dio, facendoci dèi di noi stessi, mentre regoliamo la nostra quotidianità sull’opportunismo e sull’ignavia.
       La lotta alla Croce non paga. È sufficiente, in merito, ricordare l’episodio di Adel Smith e la sentenza del tribunale dell’Aquila in suo favore: tutti abbiamo visto ciò che è accaduto alla città a causa del terremoto; ma, tra le case distrutte, spiccavano alcuni Crocefissi, rimasti intatti al loro posto: un monito della Giustizia Divina alla tracotanza dei tribunali terreni?
       In coerenza con la sbandierata sensibilità verso le altre religioni nonché in ossequio alla laicità, gli stessi giudici e capipopolo, ai quali è tanto invisa la Croce, così poco edonista e non redditizia, a questo punto lottino anche per la chiusura delle scuole in occasione del Santo Natale. Ma le vacanze invernali ed il guadagno non si toccano: è più semplice e umanamente meno rischiosa la demagogia egualitarista contro il Crocefisso!

 

 

       A quanti, che non condividono la nostra fede e si turbano per la pubblica esposizione dei suoi, inequivocabili, segni, nessuno impedisce di usufruire dei porti e degli aeroporti, di cui l’Italia è ampiamente fornita, per emigrare verso altri lidi.
       Chi decide di restare abbia la compiacenza di non tediarci con polemiche e rivendicazioni, perché i diritti presunti delle minoranze non devono prevalere su quelli di un intero paese.
       Se il mondo va contro Cristo-Signore, il Cattolico autentico deve andare contro il mondo, senza paura e compromessi.

 

 

       A LODE E GLORIA DELLA VITTIMA DIVINA E DELLA CROCE!

Pia Mancini

 

 

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